Diario di un internettomane in crisi d’astinenza

Giorno 1 (Sabato)

Ore 19:20

Sono in chat. Bevo cioccolato. Parlo di sesso e droga.
Una serata normalissima.
Cade la linea.
Tutto ok, mi dico, la linea deve cadere almeno una volta al giorno (è specificato sul contratto Telecom, in una clausola microscopica scritta con inchiostro simpatico sullo spessore del foglio).
Premo “Reconnect”.
Linea occupata.
Uhm, penso, una violazione del contratto… domani telefono all’avvocato Rigamonti e gli chiedo se ne posso ricavare denaro.
Premo “Reconnect”
Linea occupata.
Qui si va sul penale, penso maliziosamente. Altri soldi.
Premo “Reconnect”
Linea occupata.
Premo “Reconnect”
Linea occupata.
Premo “Reconnect”
Linea occupata.
Premo “Reconnect”
Linea occupata.

Al 299esimo tentativo, mi convinco che c’è qualcosa che non va. Uhm. Il modem funziona? Ma sì, cazzo, lo tratto come un figlio, figuriamoci se mi molla sul + bello…
Alzo la cornetta e ascolto. Non c’è linea. Ma si sentono degli strani rumori di fondo, sembra una cascata di lemmings che si schiantano su una scogliera dopo un volo di 300 metri.
Male.
Dopo un po’, il rumore cessa e sento finalmente il segnale.
Linea occupata.
Molto male.
Riattacco, chiudo gli occhi e mi concentro sull’azzurro, respirando lentamente e a fondo, con le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Dentro l’azzurro, fuori il verde.
Inspirare pace e serenità, espirare stress e nervosismo.
Rialzo la cornetta.
Stavolta i lemmings non ci sono. Devono essere stati divorati dai Gremlins, li sento ancora masticare…
Poi di nuovo linea occupata.
Malissimo. Decisamente.
Prendo il telefono, penso all’Uomo dei Sogni di Kevin Costener, lo scaglio contro il muro. Strike one.
Lo riattacco. Ora i Gremlins sono nel bel mezzo di una festa alla quale hanno invitato anche i Critters, un po’ di Orchetti ubriachi e Vittorio Sgarbi.
Tento un nuovo lancio. Strike two. E in + ho stordito il cane. Mi merito un caffè.
Dopo il caffè, riprovo con il telefono. Nada.
Lo strike three è un po’ + violento degli altri.
Riattacco il telefono x l’ultima volta. Mi rendo conto che è l’ultima volta nel momento in cui mi esplode in faccia. Resto lì, con pezzi di plastica fusi e un cavo telefonico morto tra le mani…
Mi viene da piangere.
Piango.

Ore 20:00

Comprato un nuovo telefono. Di gomma, così posso fare tutti gli strikes che voglio e magari cambiare anche gioco.
Lo prendo in mano, lo infilo lentamente nella presa.
Sto sudando freddo. Le mani mi tremano. La vista mi si annebbia. Proprio come se mi stessi tirando una sega, penso.
Alzo la cornetta.
Tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu…
Ma di che mi accusi, telefono del cazzo? Non ti ho ucciso io, sei morto x cause naturali.
Una lacrima solitaria mi scivola giù per la guancia e cade sul tasto 5. La asciugo con premura, accarezzo la cornetta come se fosse un’amante, poi la scaglio contro il gatto. Il gatto schiva il colpo e con un triplo carpiato s’infila nella vasca dei pesci, amara realizzazione di un sogno a lungo vissuto nella sua mente felina.
Prendo il telefono ed esco. Salgo in macchina e vado in cerca della mia ex. La vedo, la saluto con la sinistra e con la destra effettuo un precisissimo lancio che la va a centrare tra gli occhi per poi carambolare sul naso di quella troia della sua amica. Le avevo promesso che le avrei dato un colpo di telefono, e io sono un uomo di parola.
Non mi resta che rientrare in casa e risollevarmi un po’ il morale con il TG4.

Giorno 2

Ore 2:30

Appena rientrato.
E’ l’ora della chat.
No, penso, non per me. Non stasera. Forse mai più.
Cosa ho fatto di male? O meglio, cosa ho fatto di male che non abbia già pagato con il carcere e le pene corporali?
Non ho sonno, ma non so che fare. Ci sono dei libri, sul comodino. O almeno credo che siano libri, c’è troppa polvere sopra x esserne davvero sicuro. Soffio via la polvere, aspetto 5 minuti che si depositi e guardo meglio.
Sì, sono proprio libri. Ne prendo uno, lo maneggio con cautela, potrebbe disgregarsi tra le mie mani.
Uhm. Lo giro e lo rigiro, ma non riesco a trovare il file index.html.
Come cazzo lo apro ‘sto coso???
Forse è in formato rtf… non ha estensione, come faccio a saperlo?
Ci penso e ci ripenso, mi drogo e mi ridrogo, e solo dopo 7 caffè intravedo la soluzione: scanner.
Prendo il libro e lo passo allo scanner pagina x pagina, alla risoluzione di 300 dpi così non mi rovino la vista.
Sarà un’operazione lunga, ma per la cultura questo ed altro.

Ore 8:00

Ecco fatto. Ho finito. Ho scannato il libro. O scannerizzato?
O scansionato? Well, I’ve scanned the book. Fuck!
Ora vediamo un po’ di cosa si tratta……………
“TCP/IP Protocol for dummies”.
Mmmmmmmmmmmmmmmmm. Merda. Gli astri mi sono avversi.
Speravo in qualcosa di B.Sterling, almeno mi avrebbe aiutato a dormire…
E adesso che faccio?
Pensa, derelitto, pensa!
……….
La tv in sala ha il Televideo… Con un po’ di fantasia, sembra internet… Ok, sarà il mio metadone!
Allora, accendo la tv… uhm, c’è qualcosa che non va, non vedo la stringa d’identificazione del Bios…
Ah, già, che scemo… è solo una consolle…
Tasto Televideo.
Tse! Risoluzione del cavolo, in confronto il prompt del DOS sembra la schermata di una SVGA.
Allllllora, vediamo un po’… qual è l’indirizzo del sito Mediaset? Mmmmmm… ehi, un momento, ma su ‘sto coso non ci sono le lettere! E come c@#%£$ lo scrivo io l’indirizzo?!
Aaaahhhh, aspe’… forse ricordo… è una rete molto vecchia, bisogna specificare direttamente l’indirizzo IP.
Dunque… 501, se non erro… cavolo che indirizzo, si vede che è proprio antico…
Però, come tempo di caricamento non c’è male, ma bisogna considerare l’assenza di grafica… Va beh, in mancanza d’altro devo accontentarmi. Fammi vedere cosa danno in TV, è da tanto che non l’accendo… chissà se fanno ancora Mago Pancione.

“Grande fratello”… avranno rovinato anche Orwell? Meglio non scoprirlo.

“Renegade”. Chissà se quel fottuto indiano s’è deciso a passare dal barbiere.

Un momento………… LA RUOTA DELLA FORTUNA???????
Ma che cazzo, non mi dire che quella mummia è ancora viva!
Naaaa, l’avranno clonato. Spero.
Va beh, come immaginavo non c’è niente in TV. Proviamo alla radio? Uhm… vediamo…. Radio DeeJay… sì, me la ricordo.
Mmmmmm… ma che è ‘sta robbba??? Mi sa che è partita anche la radio. Forse una tempesta elettromagnetica. Sì, dev’essere questo. Meglio se lascio stare il frullatore, Stephen King docet.
Provo ad alzare la cornetta del telefono, non si sa mai.
Tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-CRASH!
Tanto è di gomma.
Che faccio adesso?
Sento qualcosa che mi sale dalle viscere.
Una stretta allo stomaco.
Sensazione di freddo.
Sudore diffuso.
Vista annebbiata.
Consulto la guida “Medicine for dummies”, e dopo 5 minuti di ricerca, mi fermo al termine PANICO.

Ore 12:30

Pranzo da mia nonna. Lei ha un telefono. E funziona. Mmmmmmmmm… naaa, non posso portarmi dietro il PC, pesa e io sono diventato troppo sedentario x riuscire a sollevarlo. Pazienza. Sono sicuro che quando tornerò a casa il telefono sarà magicamente tornato a posto. Funzionerà.
Sì, so che funzionerà. Senza dubbio. Per forza. Sicuro.

Ore 15:00

PERCHEEEEEEEEEEEEE’ NON FUNZIONI, BASTARDOOOOOO!!!!!!!!!!!

Ore 16:00

Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.
Troppi libri e niente rete mandano Cagliostro fuori di testa.

Ore 17:00

“…e il settimo giorno Dio riposò”
E voi della Telecom chiccazzo vi credete di essere, Dio?!?!?
Perchè non lavorate di domenica, viscidi anellidi ruba-stipendio???
Muovete il culo!!! ORA!!!!!

Ore 18:30

Sono alla frutta: aspetto con ansia Studio Aperto.
Questo non sono io, cosa mi ha ridotto così?
Altra caffeina, altra cioccolata, mi aiutano ad alleviare la sofferenza.
Tò, il mio gatto… vieni, micio? Vieni che ti faccio le coccole… bastardo infido… vieni qua gatto di merda!!!
Mmmmm… gatto->topo->mouse->click->link->internet….
Buuuuuuuu!!! Non ce la faccio, non resisto!!!
Sopprimetemiiiiiii!!!!!!!!!

Ore 19:30

Ecco Studio Aperto. Resisto 5 minuti, poi riacquisto un barlume di lucidità mentale sufficiente a farmi cambiare canale. Ed è di nuovo il buio.

Ore 22:00

Rinvengo, sono confuso e ci metto un po’ a capire dove mi trovo: sono sulla poltrona, ripiegato in un modo che farebbe cadere i capelli a Escher. Un rivolo di saliva mi cola giù fino al petto. Sento spari ed esplosioni e battutine di spirito in sottofondo… uhm, film d’azione americano, mi ci gioco il capezzolo destro. Infatti, c’è Bruce Willis in Tv… grande Bruce, se fossi stato te avrei fatto saltare in aria la sede principale della Telecom e mi sarei acceso una sigaretta sui resti in fiamme…
Invece mi tocca aspettare fino a domani, quando forse verrà un tecnico e finalmente avrò un essere umano con il quale lamentarmi.
Meno male che nel frattempo ho i Litfiba.

Ore 23:35

Sto scrivendo questo paragrafo.
Adesso invece sto scrivendo quest’altro.
Ora scrivo questo.
Ora questo.
E poi questo.
Poco fa stavo scrivendo il paragrafo precedente, ma anche parte di questo paragrafo, anzi quando avrò apposto il punto alla fine della frase potrò dire che poco fa stavo scrivendo proprio questo paragrafo, anche se in effetti sembra strano dire che poco fa si stava facendo una cosa che si sta tutt’ora facendo, anzi se vogliamo incasinarci con i tempi possiamo dire che quando metterò il punto stavo scrivendo questo paragrafo, e credo che tutto ciò sia, come minimo, fantastico. Punto.

Giorno 3

Ore 8:00

Esco di casa. Una cabina, mi serve una cabina telefonica.
Setaccio il lungomare alla ricerca di un telefono che non accetti solo schede… Mi sa che faccio prima a trovare il Sacro Graal.

Ore 8:30

Un miraggio? No, è proprio un telefono a gettoni!
Inchiodo, tiro fuori il mio sacchettino di monete (il 187 è gratuito, dicono, ma tu ti fideresti di un avvoltoio che ti dice “Dormi pure, faccio io la guardia”?).
La cabina è ridotta peggio di uno scompartimento dell’espresso Pescara-Bologna, i vetri sono frantumati e una gelida brezza marina mi accarezza delicatamente, come unghie che stridono su una lavagna. C’è una strana sostanza verde sulla cornetta, e non è roba mia. Pazienza, saranno i soliti untori, non posso certo dare attenzione a certe stronzate, ho bisogno della mia dose di rete. Ora.
Digito 187.
Una voce amica mi dice di attendere. La ascolto fiducioso.
Una piacevole musica allieta la mia attesa.

Ore 9:15

Troia maledetta, se mi ripeti ancora una volta di attendere mi materializzo lì attraverso il cavo telefonico e ti rovino la faccia. E BASTA CON QUESTA CAZZO DI MUSICA, HO I NERVI A PEZZI!!!!!!!!

Ore 9:30

“Telecom Italia, buongiorno”
“…”
“Telecom Italia, posso esserle utile?”
“…gh…”
“Ehm… scusi, qual è il problema?”
“…nggghhh!…”
“Senta, è Lunedì mattina e c’ho già le palle girate x conto mio, non contribuisca anche lei!”
“…’on ‘iecco a ‘alla’e…”
“Come dice, scusi?”
“…’ingua… ‘a ‘ia ‘ingua….”
“Un attimo che le passo la mia collega… MARTA! ERI TU QUELLA CHE PARLAVA BULGARO?”

Ore 9:40

E’ stata dura convincere quella bagascia che sono italiano, ma ce l’ho fatta.
Le spiego qual è il problema.
Lei mi dice con voce rassicurante che va tutto bene e che presto verrà l’Omino della Telecom e metterà le cose a posto.
Ho le lacrime agli occhi. Non per la commozione, ma per il freddo boia. Ma la gratitudine nella mia voce è sincera.
Tutto andrà x il meglio, ho fiducia nella Customer Care.

Ore 12:30

Plic.
Plic.
Plic.
Nella casa regna il silenzio. Sono seduto sul mio trono e penso.
Non sono bei pensieri. L’Omino della Telecom non si è fatto vivo.
Plic.
Plic.
Plic.
Il rubinetto che gocciola.
Cazzo, vuoi vedere che mi tocca chiamare pure l’Omino dei Tubi?
Mi alzo. Tiro la catena.
Meno male, almeno lo scarico del cesso funziona…
Mi piazzo davanti alla finestra e aspetto, con le mani unite dietro la schiena e cercando di trattenere la panzetta nel caso per strada dovesse passare qualche bella figa.
Niente.
Aspetto ancora.
Cerco di non voltarmi, lo sguardo potrebbe cadermi sul modem, solitamente così pieno di vita e di frenetiche lucine lampeggianti, ma ora immobile e inerte come il cervello di un teledipendente.
UNA MACCHINA!!!
No, è solo quella zoccola di mia zia… Le augurerei che le crollasse il pavimento sotto i piedi, se non fosse che abita al piano sopra al mio.
Caffè, ho bisogno di altro caffè, devo calmarmi.
Continuo a sudare freddo.
Il gatto miagola disperato, vuole uscire. Calmati, gli dico, non è ancora la stagione degli accoppiamenti, se vuoi farti una sega vai nella tua lettiera, nessuno ti spia.
Non capisce. Continua a miagolare, salendo di 2 ottave.
Lo guardo in cagnesco e gli indico la vasca dei pesci.
Tu sai, gli dico.
Se ne va con la coda tra le zampe, si accuccia in un angolo e inizia a leccarsi le palle. Beato te che puoi, penso.
Torno a contemplare il cortile sperando che una panda furgonata bianca con il suo bel logo rosso sul fianco passi dal cancello, ma l’illusione si frantuma in una serie di bestemmie turche.
Qui non posso fare nulla, sono del tutto impotente.
Me ne torno al PC, consulto le pagine off-line illudendomi di essere collegato. Ma chi voglio prendere in giro? Non è la stessa cosa, non c’è la vocina di ICQ che rompe le palle con i suoi “user is on-line” e i suoi “oh-oh”, non c’è posta da scaricare, non ci sono news da leggere…
Però ci sono i Cavalieri dello zodiaco.
E Dragonball.
E i Simpsons.
Fanculo internet.

Ore 14:30

Tv spenta. Salviamo quei pochi neuroni ancora integri.
Omino Telecom, dove sei?
Is there anybody out there?

Ore 15:00

frrrrrrrrrrr… ciak
…click…
frrrrrrrrrrr… ciak
…click…
frrrrrrrrrrr… ciak
…click…
frrrrrrrrrrr… ciak
…click…

Cazzo, neanche con la roulette russa mi passa il tempo…

Ore 15:45

E’ LUIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!
L’OMINOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi precipito fuori e appena scende dalla Panda lo abbraccio e lo bacio tutto. Per dimostrarmi la sua simpatia, mi spacca la cassetta degli attrezzi in bocca. Tipi strani, ‘sti tecnici, ma a modo loro molto umani.
Lo conduco lungo la via, gli mostro l’entrata, indico con un gesto solenne il luogo da cui il male ha avuto origine…
Lui guarda un attimo pensoso, poi annuisce con aria altrettanto solenne e mi dice: “Ragazzo, è meglio se aspetti fuori, non sarà un bello spettacolo”.
Esco fuori e attendo.

Ore 15:50

I 5 minuti + lunghi e angosciosi della mia esistenza.
Quando il tecnico esce, ha la fronte sudata e la divisa sporca di sangue… Cazzo, mi sono dimenticato di legare il cane…
Va beh, ci sarà abituato, è il suo mestiere.
“Allora?” chiedo timoroso.
“Se la caverà, è una linea vecchia ma ha ancora molta voglia di trasmettere”.
Non riesco a trattenere la commozione. Faccio di nuovo x abbracciare l’Omino, ma quel grosso cacciavite che ha in mano mi fa cambiare idea.
Lo sbatto fuori di casa (dopo averlo ringraziato x essersi fatto 50 Km per una stronzata) e mi fiondo dal mio modem.
Le lucine sono lì che brillano.
Alzo la cornetta.
Tu-tuuu tu-tuuu tu-tuuu
Siamo di nuovo qui.
Manca solo una cosa: caffè.
Poi finalmente posso collegarmi e dare un’occhiata a tutte le stronzate che hanno scritto durante la mia assenza.

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